Capitolo I° – La missione
La missione
Era giugno del 1983 quando venni convocato d’urgenza dal colonnello Stefano Selvatici, Comandante del IV° battaglione mobile carabinieri, di stanza a Mestre, località vicina a Venezia. Il comandante del reparto, un uomo, di quasi sessant’anni, di statura media, snello con i capelli ormai imbiancati che contrastavano con lo spirito giovanile di cui era dotato, era agitato e sudava copiosamente, forse per il caldo torrido, infatti, benché si fosse ancora agli inizi dell’estate, l’elevato grado di umidità proveniente dalla laguna veneta, rendeva la calura insopportabile. Il colonnello camminava avanti e indietro nella sua stanza e dal suo ansimare, capii che era crucciato per qualche serio problema, dato che usualmente era d’indole riflessiva e serena.
minoreminoreSi sieda pure tenente Giacomo Merlin, ciò che le devo dire richiederà un po’ di tempo, gradisce una grappa, me ne hanno regalato una bottiglia davvero speciale, una Rossi D’Angera invecchiata al punto giustomaggioremaggiore.
minoreminoreLei ha colpito nel segno Comandante, tre cose non si rifiutano mai: un bicchierino di grappa per gradire, un amaro lucano per digerire e un bicchiere di spuma nera, ovviamente, solo ed esclusivamente Spumador, per dissetarsi, ma me ne versi solo un goccino, perché oggi sono di serviziomaggiore.
minoreminoreVa bene cosìmaggioremaggiore.
minoreminoreSi grazie, ma mi dica, perché mi ha fatto convocare?maggioremaggiore.
minoreminoreSi tratta di una questione piuttosto complicata, Lei ha mai sentito parlare di Padre Pellegrino Ernetti e della macchina inventata dallo stesso, insieme ad altri dodici scienziati, da alcuni studiosi chiamata cronovisore?maggioremaggiore.
minoreminoreSi, ne sono al corrente, ma non conosco la cosa nel dettagliomaggioremaggiore.
minoreminoreLei è giovane e all’epoca non era ancora nato, ma già all’inizio degli anni Cinquanta cominciò a circolare, in alcuni ambienti scientifici la notizia che era stato inventata una macchina in grado di captare gli avvenimenti passati e i loro protagonisti; tale apparecchio, si diceva fosse in grado di mostrare eventi lontani, come quando si proietta un film. L’invenzione di questo straordinario strumento veniva attribuita a padre Pellegrino Ernetti, un monaco benedettino, che si diceva avesse lavorato in collaborazione con un gruppo di scienziati di fama mondiale tra cui: Enrico Fermi, un brillante allievo di questi, un premio nobel giapponese, lo studioso portoghese De Matos, e Wernher Von Braun, inventore della V2 e direttore della NASA, per intenderci, il progettista della navicella che ha portato l’uomo sulla luna (segue nel pdf allegato)