Esame del naming nel settore automobilistico

IL NAMING TRA SIMBOLO E MITO

A cura di Michelangelo Magnus (*)

Il naming è il ramo del marketing che si occupa dello studio della scelta dei nomi dei prodotti, dei servizi e delle aziende. Naming (traducibile con “chiamare” o “nominare“), vuol dire assegnare un nome o una frase ad un determinato oggetto o ad una proprietà, scienza che a mio parere si potrebbe definire in italiano anche con il termine “nominalismo”.

L’appellativo scelto indica usualmente un’immagine ben definita, che racchiude in sé, una storia, talvolta un destino e che ha un senso attinente all’imprinting che si vuole ottenere. Per questo motivo la scelta di un nome, che sia di persona, di un servizio pubblico o di un prodotto industriale, è il frutto di un’operazione strategica di marketing che prende in considerazione sia la qualità dell’oggetto da denominare sia il possibile utilizzo nel contesto stabilito. Nella dominazione industriale si deve agire sempre in modo tale da creare un’immagine che sia aderente al prodotto e che si presti ad essere utilizzata facilmente nella campagna pubblicitaria.

Il nome stesso o il marchio tuttavia nascondono anche archetipi collettivi, significati occulti, talvolta legati all’esoterismo o alla mitologia, sebbene chi li usa non sempre lo fa consapevolmente.

Precursore di questa branca del sapere fu addirittura Platone, che nel “Cratilo” mostra che i nomi non sono solo convenzioni, ma anzi rappresentano un qualcosa dell’oggetto a cui si riferiscono; contengono cioè una qualche caratteristica che li rende perfetti nell’adattarsi alla cosa descritta. Lo dimostra il fatto che esistono discorsi veri e discorsi falsi. Poiché il nome è parte del discorso, è evidente che i nomi utilizzati nel discorso vero devono essere corretti; quelli usati nel discorso falso non lo sono. Per Platone, colui che ha deciso i nomi, nell’opera,  il legislatore, o l’uomo sapiente, ha infatti rivolto la sua attenzione all’idea del nome, adattandolo poi alle diverse necessità descrittive, adoperando sillabe e lettere differenti. Egli ha creato nomi solo corretti, basandosi proprio sulla natura delle cose. In epoca più recente della questione se ne è occupato anche Mario Pincherle (sotto il cui pseudonimo si nascondeva il cugino di Moravia, nel libro: “Archetipi – Le chiavi dell’universo” della Macro edizioni. Anche lo scrivente, si è occupato di questa branca del sapere, nel saggio dal titolo: “Arte, simboli e parole nel linguaggio segreto della noetica radionica, quale fondamento della magia”.

Torniamo comunque alla pubblicità, per dare un idea di queste applicazioni mitologiche al marketing ci soffermeremo ad analizzare alcuni importanti marchi automobilistici.

Dato che i nomi e i marchi in campo automobilistico sono tantissimi, ci soffermeremo esclusivamente su alcuni inerenti l’industria di riferimento nazionale, cominciando dal marchio FIAT acronimo di (Fabbrica Italiana Auto Torino).

Il suo significato letterale, ci rimanda alla locuzione latina: “Fiat lux”, che tradotta letteralmente, significa: “sia fatta la luce”. Frase tratta dalla Genesi, 1,3 che in ebraico suona così “Vayomer Elohim yehi-or vayehi-or” (“Dio disse sia fatta la luce e la luce fu”). Si tratta dell’adattamento latino dell’espressione in lingua greca γενηθήτω φῶς (genēthētō phōs) a sua volta tradotta dall’ebraico יְהִי אוֹר (yehiy ‘or). Frase biblica, pronunciata dal Creatore dell’Universo quando creò la luce.

La si usa per sottolineare il sopravvenire di un chiarimento in questioni controverse, oscure, dibattute. Esempio: “Fiat lux, finalmente qualcuno che si esprime chiaramente!” La locuzione è anche nota per essere il motto della Università della California.

Renè Guenon, nel suo saggio del 1946 (“Considerazioni sulla Via Iniziatica”), così si esprime a riguardo: “E’ dunque in un modo diverso che deve essere intesa la trasmissione iniziatica propriamente detta, e non sapremmo meglio caratterizzarla che dicendola essenzialmente la trasmissione di un’influenza spirituale. Le fasi dell’iniziazione riproducono quelle del processo cosmogonico; una tale analogia , basatesi direttamente su quella del ‘microcosmo’ e del ‘macrocosmo’, permette meglio di ogni altra considerazione di chiarire la questione . Infatti si può dire che le attitudini o possibilità incluse nella natura individuale non sono in un primo momento in se stesse che una materia prima, vale a dire una pura potenzialità, in cui non v’è niente di sviluppato o di differenziato; è quindi lo stato caotico e tenebroso, che il simbolismo iniziatico fa corrispondere precisamente al mondo profano, e nel quale si trova l’essere non ancora pervenuto alla ‘seconda nascita’. Perché questo Caos possa cominciare a prendere forma ed a organizzarsi, è necessario che gli sia comunicata una vibrazione iniziale dalle potenze spirituali che la Genesi ebraica designa come gli Elohim; questa vibrazione è il Fiat Lux che illumina il Caos, e che è il punto di partenza necessario per tutti gli sviluppi ulteriori. Dal punto di vista iniziatico, questa illuminazione è rappresentata precisamente dalla trasmissione dell’influenza spirituale di cui si è detto più sopra. In virtù di questa influenza le possibilità spirituali dell’essere non sono più la semplice potenzialità che erano prima; esse sono diventate una ‘virtualità’ pronta a svilupparsi in atto nei diversi stadi della realizzazione iniziatica.”

Sarà un caso, ma anche la marca ALFAROMEO è in parte un acronimo, da A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili), ove possiamo notare che all’interno della scritta si leggono le parole FARO e AMORE (quest’ultima anagrammata). Il nome scelto richiama anche la prima lettera dell’alfabeto greco e sembra voler sottolineare l’inizio di un nuovo tipo di attività nelle costruzioni automobilistiche, quello di vetture essenzialmente sportive. L’aggiunta “Romeo”, prese il nome dall’omonimo ingegnere napoletano che guidò l’azienda nel 1915. Sin dal primo marchio l’azienda milanese ha voluto ricordare i suoi legami con la città di origine: da un lato il serpente visconteo (il biscione), dall’altro la croce rossa in campo bianco, simbolo di Milano. La leggenda vuole che la croce su fondo argento dello stemma della città, venisse adottato dai crociati milanesi nel corso della conquista del Santo Sepolcro, ma, più propriamente, si deve supporre che lo stemma originale del comune medievale, risalente al 1045, fu uno scudo partito di bianco (simbolo del popolo) e di rosso (simbolo dei nobili). In ogni caso l’adozione della croce rossa in campo bianco si conferma nel XII° secolo, quale segno distintivo, adottato da molte città, di maggiore autonomia dall’Impero. Esso fu inoltre il vessillo issato sul carroccio e quindi inerente la salvaguardia delle autonomie locali rispetto al potere centrale imperiale, che associato a un auto moderna sviluppa inconsciamente il concetto di viaggiare in libertà, senza troppe regole imposte. Assai interessante è anche l’altra parte del marchio che rappresenta “il biscione” su fondo azzurro, coincidente con il simbolo dei Visconti. Tale arma araldica, tuttavia, a nostro avviso, non rappresenta un serpente, o una vipera, perché tali rettili ingoiano la preda dalla testa e non dai piedi, bensì un mostro marino, precisamente un Pistrice. Il Pistrice era raffigurato nelle mappe dell’antica Grecia come un mostro marino, con la coda di serpente, e rappresentava la paura dell’ignoto, ma a nostro parere l’immagine richiama più verosimilmente la leggenda di Giona che viene prima ingoiato e poi rigettato sulla terra, ciò a indicare la rinascita dell’uomo, dopo aver attraversato gli abissi della propria coscienza (Michelangelo Magnus, Viaggio nei misteri della Brianza templare ed esoterica, Amazon Kindle).

Altra marca storica italiana è la MASERATI, l’azienda fu fondata il 1 dicembre 1914 a Bologna da Alfieri Maserati e all’inizio sviluppava per lo più auto per gare su strada tipo la “Isotta Fraschini“. Il simbolo che la contraddistingue, compare per la prima volta nel 1926, esso ci rammenta il tridente di Nettuno e pare fu ispirato dalla fontana del Dio pagano sita in Bologna, marchio probabilmente disegnato da Mario Maserati, il quintogenito della famiglia, noto pittore locale. La forma del marchio è quasi coincidente con il trishula, ovvero il tridente simbolo di Shiva, allo stesso tempo rappresenta una M rovesciata (che richiama il nome Maserati) e proiettato verso l’alto ci richiama inconsciamente la W di Viva o Vittoria.

La FERRARI, deve il suo nome al fondatore Enzo Ferrari. Il simbolo ufficiale, storicamente rappresentato da un cavallino rampante, è attribuibile a quello dell’aviatore romagnolo ed asso della prima guerra mondiale Francesco Baracca (1888-1918) ceduto personalmente dalla madre nel 1923 come portafortuna ad Enzo Ferrari e da allora diventato emblema del marchio Ferrari e dello stesso reparto corse. Ferrari come dice il nome, contiene la parola Ferri e il rumore del rombo del motore (“arr”). Secondo l’ottica archetipica, il cavallo è associato alle tenebre del mondo ctonio, sia che l’animale emerga dalle viscere della terra, sia che scaturisca dagli abissi oceanici ed è considerato figlio della notte e del mistero, immagine associata allo stesso tempo con il concetto di morte e di vita. E’ connesso sia al fuoco (la Ferrari è di solito rossa), come spesso è indicato in gran parte della mitologia nordica ed europea continentale, sia all’acqua, come nei miti classici greco-levantini. Infatti, in questa sua prima accezione, l’animale si eleva in alto verso la dimora degli dèi, in piena luce. Diviene luminoso, solare o uranico. E’ il veicolo principale del trasporto delle anime degli eroi nel paradiso nordico del Wahallah, cavalcatura preferita dalle Valchirie solari. (http://www.ilportalino.org/cavallo-significati-simbolici-e-letterari.htm).

LANCIA è una delle più famose, antiche e prestigiose case automobilistiche italiane. Nata a Torino nel 1906, prende il nome di uno dei fondatori, Vincenzo Lancia che affiderà al conte Carlo Biscaretti di Ruffia – un appassionato dell’automobile sin dalla prima ora – l’incarico di studiare un marchio capace di far riconoscere il nome “Lancia” al primo colpo d’occhio. Il conte predispose cinque disegni, tra i quali Vincenzo scelse quello che – includendo nome, bandiera e volante – meglio avrebbe rappresentato la filosofia Lancia. Casualmente il nome Lancia ci dà un idea di dinamismo e forse anche per questo segna il destino del costruttore che “lancerà”, questo nuovo prodotto sul mercato con un discreto successo anche internazionale.

LAMBORGHINI è un gruppo industriale attivo nel comparto automobilistico, costituito nel 1963, la cui sede attuale è situata a Sant’Agata Bolognese e che fa parte del Audi AG. Deriva dalla prima fabbrica di trattori agricoli costituita da Ferruccio Lamborghini nel 1948 (quest’ultimo marchio è stato venduto nel 1971 ed è ora parte del gruppo SAME Deutz-Fahr). Il marchio riproduce su scudo nero un toro che carica, simbolo agreste di potenza e simbolo di successo a livello borsistico.

Era lo stesso Ferruccio Lamborghini (Renazzo, 28 aprile 1916 – Panicarola, 20 febbraio 1993) a definirsi “tamugno come un toro”, frase così spesso ripetuta da portarlo, ad eleggere il toro nella caratteristica posizione della “Veronica”, ossia pronto a caricare, come simbolo sia delle sue auto che della stessa famiglia, come ricordato anche dal celebre giornalista sportivo Gino Rancati nella frase “Questo straordinario, impensabile, possente Toro mi ossessiona. Di lui al mondo v’era e v’è soltanto lui. I confronti sono inutili. Con Tutti”.

Dal punto di vista mitologico, se uno crede all’era dell’acquario, non può non credere, che vi è stata in precedenza un era del toro, associata all’omonimo segno zodiacale, il cui culto, nato nel 4500 a.C. in Asia Minore è durato, guarda caso, circa 2500 anni (quanto un era astrologica). Lo si trova venerato nelle religioni, sumera, assira, babilonese, egizia, persiana e greca. Presso gli antichi egizi non era considerato una divinità, in particolare in Egitto era venerato come bue Apis, il guardiano e lo strumento di Osiride. Ma anche gli scandinavi lo veneravano come dio solare nel tempio di Upsala. Nel culto di Mitra, di antica origine persiana, era considerato la fonte della vita, e al suo sacrificio si doveva l’origine della creazione, in quanto si pensava che dal suo sangue sarebbero germogliate le piante e gli animali. La prima lettera dell’alfabeto ebraico, alef, significa Toro ed è il simbolo della Luna durante la prima settimana; è anche il nome del segno zodiacale da cui iniziano le case lunari. Fu considerato sacro anche dai seguaci di Maometto ( 570-632), che lo consideravano tale perchè creato dalla polvere sollevata, al suo passare, dal cavallo dell’angelo Gabriele. Il suo glifo richiama alla memoria la testa stilizzata di un bue.

Tornando ai marchi e al naming, Ferruccio, che era del segno del toro e appassionato di corride, era così fissato sulla questione che diede nomi di tori a moltissimi modelli Lamborghini, a cominciare da “Miura”, nome di un celebre allevamento spagnolo di tori da corrida. A questa seguirono la Islero (razza di tori da corrida) e Marzal (prototipo del ’67 che deriva il suo nome sempre da una razza di tori), Jarama (feudo sede di un allevamento), Jalpa e Urraco (altre razze spagnole di tori). Infine la celeberrima Diablo: era il nome di un toro che nel 1869 nella plaza de Toros di Madrid si scontrò in un duello epico con il torero Jose De Lara detto “el Chicorro”. Solo la Lamborghini Countach, è un eccezione a tale regola, in quanto trattasi di un’esclamazione in dialetto piemontese, (in piemontese significa “stupendo“), riferita alla reazione avuta da Bertone (noto design di carrozzerie per auto), alla vista del progetto, realizzato da un suo dipendente – “un certo” Marcello Gandini.

Terminiamo questa breve esposizioni con l’ultima marca che ci sovviene, la INNOCENTI, il cui simbolo è una i (formato Bookman Old Style), rappresenta, una persona inginocchiata che prega, simbolo di modestia e sobrietà. Nel vederlo ci suggerisce il titolo di un film “Il silenzio degli INNOCENTI”, perché a volte “il non nominare” stupisce di più del dire.

(*) Michelangelo Magnus (vedi: www.iltesoropiunascosto.com) è un artista poliedrico: pittore, scrittore, sceneggiatore, design, saggista. Lo spunto per questo articolo è stato tratto dal suo saggio dal titolo: “Arte, simboli e parole nel linguaggio segreto della noetica radionica, quale fondamento della magia”, (Amazon kindle 2011), che suggerisce un metodo logico-intuitivo, per attivare nuove idee.

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