REALITY ART “OPEN”

Nasce un modo alternativo di fare arte che confluisce nella corrente artistica, denominata dal suo ideatore, Michelangelo Magnus: “Reality art open

Come si deduce dal nome che lo identifica, il nuovo percorso creativo è intrinsecamente legato alla realtà. Fin qui niente di straordinario abbiamo già incontrato storicamente movimenti artistici che si richiamavano alla realtà, si pensi al realismo letterario, che nasce in Francia nell’ottocento, al neorealismo cinematografico sorto dalle rovine dell’immediato dopoguerra, all’iperrealismo degli anni 70 (costola distaccatasi dalla pop-art che si contraddistingueva per la maniacalità dei dettagli), fino ad arrivare al reality televisivo ed infine al reality book.

Nell’ambito di questo genere dobbiamo poi distinguere tra “reality book closed” ovvero un racconto nel quale gli autori sono coinvolti in prima persona, ma la storia finisce all’interno della narrazione, e il “reality book open”. In quest’ultimo caso, sebbene come nel precedente, i protagonisti siano gli stessi autori, tuttavia la trama non è completa, mancano ancora dei fatti reali per essere ultimata.

Il testo, infatti, termina solo apparentemente, ma in realtà l’avventura continua e sarà il lettore a definire la narrazione, facendo sapere a tutti gli altri com’è andata a finire. Questa parte del racconto che è spesso la continuazione di uno dei diversi finali proposti, non può essere scritta fino a che non si sia verificata nella realtà, ma alla fine diventerà essa stessa parte del romanzo iniziato, ma ancora in itinere. In altre parole il finale definitivo non potrà essere scritto dall’autore da solo, ma sarà completato potenzialmente da chiunque abbia voglia di partecipare e diventare parte integrante di questo gioco di ruoli, che nella saga de “Il tesoro più nascosto” è rappresentata da una caccia al tesoro (ovviamente con un tesoro vero sebbene, nella fattispecie, di valore simbolico). Alla conclusione del gioco, il finale sarà scritto da colui che ha trovato il tesoro, ma questa sarà solo la conclusione “ufficiale”.

In concomitanza a questo evento si potranno affiancare le singole storie ed esperienze reali che potranno essere descritte su internet (ci stiamo attrezzando per il nostro sito, ma meglio ancora se saranno continuati anche su altri siti), da ognuno dei lettori che si sia cimentato personalmente nell’impresa. Ognuno di questi usufruitori della storia potrà scrivere i propri resoconti reali dell’avventura vissuta o, in alternativa, mediante la continuazione dello stesso romanzo di riferimento, potrà innestare anche delle storie fantastiche che potranno continuare il racconto dando origine di fatto a un nuovo romanzo o genere letterario che potremmo definire “Reality art magic”. Da quanto sopra esposto, si ricava che i tratti caratteristici di questo manifesto artistico sono i seguenti:
1) l’attinenza con la realtà, almeno come spunto;
2) l’interrelazione tra chi crea l’opera e chi è oggetto dell’usufruizione della stessa, che nella fattispecie avrà il potere di influire in tutto o in parte sull’atto creativo e/o sull’oggetto del creato;
3) lo stimolo alla creatività che coinvolge l’utente finale a diventare lui stesso parte, continuatore o innovatore dell’opera;
4) la solidarietà e lo scambio dei ruoli;
5) la multimedialità dell’opera che deve sempre coinvolgere più discipline artistiche (arte qui intesa in senso lato);
6) l’aspetto magico o simbolico o fantastico. Questo aspetto sembra in apparente contrasto con gli altri requisiti, ma così non è, perché nella realtà c’è sempre un aspetto magico, anche se spesso occulto ai più. Inoltre in uno stile aperto, l’importante è che lo spunto di partenza sia reale ma nulla vieta che l’onirico s’intrecci con il reale (come faceva Fellini), in quanto anch’esso è parte dell’uomo. Ciò permetterà di uscire da schemi fissi e di lasciare aperta una porta su sviluppi futuri.
Si avrà un’opera “RAO” (o “RAM” acronimo di Reality Art Magic), se almeno 3 dei 6 requisiti suggeriti, saranno rispettati.

Ci si chiede se questo genere, nato in letteratura sia estensibile ad altre arti, perché si riesca veramente a creare un movimento artistico multidisciplinare, la risposta è affermativa necessariamente, perché altrimenti mancherebbe il presupposto n. 5. Entrando nel dettaglio, vediamo ora come, partendo dai nostri libri, per fornire un esempio concreto, ci si possa indirizzare a creare un’opera multimediale.

Nel nostro caso i nostri romanzi hanno le copertine piene di quadri e parlano anche di pittura, contengono canzoni, poesie, ricette di cucina oltre a un gioco che si può realizzare in TV, o può essere ripreso, come noi ci auguriamo, dal cinema. Infine la nostra esperienza interagisce con i lettori fornendo dettagli sulla caccia al tesoro proposta, mediante il sito internet: http://www.iltesoro più nascosto.com e darà in seguito la possibilità ad altri di scrivere finali diversi o raccontare le esperienze di vita che hanno vissuto i lettori durante il gioco o semplicemente per esprimere un loro parere.

Per fornire alcuni stimoli suggeriamo come il metodo possa essere applicato ad altri generi artistici.

TEATRO. Un esempio di multimedialità “reale” da noi a suo tempo studiato consisterebbe ad esempio in un’opera olistica terapeutica, tale opera nel progetto vedeva coinvolti vari tipi di arte terapeutica, dalla psicologia, alla danzo-terapia, alla musicoterapia, alla cromoterapia, in un contesto di immagini scenografiche, di suoni e di copione che alla fine coinvolgeva il pubblico, e lo faceva diventare parte integrante dell’opera.

PITTURA. Lo scambio multimediale è dato dal fatto che il soggetto dopo essere stato ritratto diventa esso stesso pittore e continua il quadro anche con un semplice punto. Oppure il dipinto deve comprendere un piccolo spartito musicale o una poesia o un motto anche se breve, scritto da un altro soggetto che non sia l’artista (basta incollare una fotocopia o una fotografia o riprodurla con acidi). Oppure deve contenere simboli “aperti”.

FOTOGRAFIA. La foto può riprendere un’altra fotografia, o un quadro, o un libro, o una poesia. Per soddisfare i canoni in alternativa, dietro la foto, potrebbe essere riprodotto uno scritto, un impronta, un fiore un qualcosa che appartenga alla natura o al soggetto fotografato, che renda la stessa un opera d’arte unica e “compartecipata”.

TELEVISIONE. E’ un mezzo multimediale per eccellenza e i reality ne sono un prodotto tipico, ben vengano però, non solo il grande fratello, ma anche “giochi” in cui ci si cimenta con un arte (esempio più scrittori o più artisti che si contendono un premio), ma aiutati anche dal pubblico di casa o che rappresentino qualcuno dei telespettatori (eventualmente estratti per concorso o a caso), affinché anche questi ultimi siano parte dell’opera (facciamo ancora un esempio riferendoci al gioco da noi ideato, per chiarire il concetto, nel nostro caso si prevede che degli esperti giochino in proprio e altri per conto del pubblico di casa alla ricerca del tesoro, di modo che anche questi siano coinvolti nell’opera che nella fattispecie narra del gioco stesso).

CINEMA. Il cinema è anch’esso un mezzo multimediale, l’applicazione del metodo deve quindi prevedere che la trama deve continuare anche fuori dal film, alla ricerca di un qualche cosa che dovrà essere trovato dagli spettatori (ad esempio dopo aver superato alcune prove o aver trovato casualmente il finale in uno o più dei prodotti pubblicizzati nel film stesso). O che mediante un concorso possa successivamente fornire un finale anche diverso da quello proposto dal film che verrà realizzato e proiettato successivamente.

PUBBLICITA. Questa potrà essere contenuta in opere d’arte o all’interno dei film o libri e sarà il motore dell’arte o del gioco multimediale, perché mediante la sponsorizzazione, incentiverà la ricerca dei premi all’interno dei propri prodotti e di conseguenza la creatività.

ARCHITETTURA. Il progetto architettonico, dovrà sempre lasciare spazi aperti e se possibile almeno in parte, occupabili dalle persone, che ad esempio vestendosi tutte di un certo colore potranno riempire la struttura, ove possibile disegnandola e trasformandola in un opera d’arte vivente. La stessa cosa si potrà comunque ottenere riempiendo tali spazi con fiori, acqua, pietre colorate asportabili, vetri bicolori, pareti o strutture mobili e mezzi similari, che diano la possibilità di modificare almeno in parte l’edificio, dando l’impressione di una realtà in movimento e quindi “aperta”. Si consiglia inoltre di utilizzare ad esempio la sezione aurea, il simbolismo, l’arco, il cerchio o almeno qualche linea curva e i giochi d’acqua. Gli spazi devono essere facilmente usufruibili, favorire l’ aggregazione ed essere rispettosi dell’ambiente circostante.

CUCINA. I cibi oltre che tendenzialmente bilanciati, dovranno con i colori e i sapori delle spezie interagire con chi li consuma suggerendo l’idea di mangiare un opera d’arte, le portate dovranno possibilmente essere realizzate per almeno due persone, per il principio della solidarietà.

MUSICA. La musica, sia con il videoclip, sia con le registrazioni dal vivo e/o più semplicemente utilizzando le rappresentazione fotografica o pittorica delle copertine, possono diventare facilmente opere multimediali. Esse potranno, ove possibile, seguire il ritmo del cuore e dovranno essere armoniche e sensibilizzare lo spirito, saranno intrise di musica etnica con possibili mix di strumenti orientali e occidentali. Musica interessante sarà quella popolare che nascerà dal raduno spontaneo in luoghi pubblici di centinaia di persone che suoneranno insieme uno strumento, con note musicali o ritmi semplici da riprodurre, per ottenere grandi suoni e ispirare l’idea della solidarietà e della realtà in contrapposizione a quella musica che tende ad estraniarti.

CANTO. Le canzoni dovranno riscoprire i dialetti e le vecchie lingue meglio se mischiate a linguaggi moderni e lingue differenti.

DANZA. Importanti saranno le scenografie che avranno riferimenti simbolici o reali e l’interrelazione con la musica e i balli popolari. Anche il ballo dovrà riconsiderare il contatto fisico simbolo di unione e amore, nonché l’apertura verso il mondo, di cui interessanti spunti si trovano nell’euritmia.

FILOSOFIA. Chi scrive aveva creato in passato un nuovo genere d’arte pittorica ovvero lo stile detto “Neo barocchetto”, a cui molte delle vecchie opere pittoriche sono debitrici e i cui tratti salienti potevano essere sintetizzati nei versi di Giovanbattista Marino: “E’ del poeta il fin la meraviglia…chi non sa meravigliar vada alla striglia”. Tale motto riferito alla pittura, consisteva nella realizzazione di quadri perfetti nelle proporzioni, e nella esecuzione grafica che pur nella loro informalità rispettavano comunque le armonie delle forme, delle proporzioni e delle simmetrie. Lo stile appariva freddo e con la pretesa di non suscitare alcuna emozione, ciò perché si voleva rappresentare un’immagine di decadimento dei valori tipico del periodo storico in cui sono state prodotte le opere.

L’arte per l’arte, quindi, il voler stupire ad ogni costo attraverso i trucchi ottici quali ad esempio dare l’impressione di vedere una linea curva, ma alla cui immagine si perviene per mezzo di una somma di linee rette, oppure attraverso la rappresentazione di false prospettive quale immagine di un mondo che non forniva prospettive. Se ciò poteva rappresentare bene l’ultimo ventennio, tuttavia oggi molte cose sono cambiate nel mondo e dall’edonismo “dell’arte per l’arte”, ci si è resi conto, che non si può fare a meno di confrontarsi con la realtà quotidiana. Quindi l’arte non può non tenere conto del principio utilitaristico della convenienza economica e della solidarietà sociale, che salvi però tutte la diversità. Il motto di riferimento potrebbe essere: “Unità nella diversità”, nel senso che l’arte dovrà tendere ove possibile alla solidarietà e all’aggregazione, ma nel rispetto delle diverse culture e delle idee e particolarità di ognuno. L’uomo, l’ambiente, lo spazio, assumono tutti la stessa rilevanza e ogni elemento non può più ignorare l’altro, perché sono correlati, l’essere umano è allo stesso tempo il centro e la periferia del mondo o meglio è parte del mondo stesso e quindi non può ignorarlo e deve, ove sia possibile, cercherà il giusto equilibrio applicando i principi del taoismo.

MODA. La moda si ispirerà e riscoprirà in parte gli anni 40, utilizzerà i materiali poveri e le stoffe riciclate, con inserti di spartiti musicali e poesie, il mix di tessuti e colori, con inserti etnici e immagini floreali, sarà una moda casta e con poche stravaganze, in uno stile povero ed essenziale.

SOCIOLOGIA. Nel sociale più associazioni si riuniranno in federazioni al fine di unire gli sforzi e le risorse umane ed economiche per realizzare progetti di grande respiro e d sfruttare gli spazi comuni al meglio mediante il principio della rotazione. Nelle professioni, occorrerà cercare di unire professionisti in network di diverse specializzazioni (ove ognuno risponderà singolarmente del proprio operato), per fornire un servizio a 360° ai propri clienti e per scambiarsi gli stessi nel circuito al fine di aumentare la clientela complessiva e abbassare i costi generali. Nelle aziende e tra i privati occorrerà creare consorzi d’acquisto per diminuire le spesa dei materiali di consumo. Occorrerà creare anche consorzi di lavoro ove parte del personale non specialistico potrà confluire in un unico serbatoio ed essere utilizzato da quelle aziende che per brevi periodi di tempo possano avere dei picchi di lavoro, a compensazione di chi ne ha di meno, ciò al fine di non licenziare le persone, ma di distribuendone le utilità mediante il criterio di ottimizzazione delle risorse. Contestualmente pensando al futuro si potrà incentivare il baratto e le banche del tempo per poter far fronte a eventuali crisi monetarie. Anche la politica dovrà anch’essa tendere alla bipolarità, ma allo stesso tempo dovrà salvaguardare e valorizzazione le autonomie locali, perché più vicine alla gente e più facilmente controllabili.